Si trova sotto il loggiato del mercato Nuovo, vicino a Ponte vecchio, il detentore della fortuna di Firenze: la statua del porcellino.
Ebbene sì, la statua del porcellino, che in realtà è un cinghiale è una delle mete più ambite della città. Si narra infatti che sfregandogli il naso la fortuna ti avvolgerà, c’è chi invece dice che la fortuna te la devi guadagnare mettendogli una monetina in bocca.
Se la monetina, cadendo, oltrepasserà la grata dove passa l’acqua, ti porterà fortuna, altrimenti no.”
LA STORIA: una fontana per i commercianti.
Il nome popolare della statua bronzea del “Porcellino” è improprio perché raffigura un cinghiale.
Deriva da una copia romana realizzata in marmo ellenistico, che papa Pio IV donò a Cosimo I nel 1650, durante la sua visita a Roma. L’originale si trova oggi agli Uffizi, ma ne esiste un’altra copia che Cosimo II fece fare per decorare palazzo Pitti. L’autore della copia in bronzo fu Pietro Tacca, che dimostrò tutte le sue abilità nel curare i dettagli naturalistici, come il pelo dell’animale.
Alcuni anni dopo Ferdinando II de’ Medici decise di trasformare l’opera in una fontana, che oggi si trova sotto la loggia del Mercato Nuovo dal 1640.
La fontana aveva una funzione pratica, oltre che decorativa, perché approvvigionava l’acqua ai mercanti che commerciavano sotto la loggia, che a quel tempo erano specializzati nella compravendita di stoffe pregiate quali sete, broccati e panni di lana.
LA VASCA
Il Tacca creò anche la vasca bronzea originale (oggi in deposito) per la raccolta delle acque.
Il basamento è di forma ottagonale, con la parte anteriore allungata in modo da accogliere una piccola vasca dove cade il filo d’acqua che esce dalla bocca del Porcellino. È arricchito da una raffigurazione, in bronzo, dell’ambiente degli acquitrini dove vive il cinghiale, con piante e animali quali anfibi, rettili e molluschi, tutti di notevole realismo.
Fu ristrutturato nel 1857 da Clemente Papi per rimediare ai danni dall’usura nel tempo
Nel 1988 l’intera opera fu fusa dalla Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli, l’originale si trova al museo Bardini.
IL SEGRETO DELLA LA FORTUNA
La tradizione popolare vuole che toccare il naso del Porcellino porti fortuna, che infatti risplende per la continua lucidatura quotidiana di migliaia di mani. La procedura completa consiste nel mettere una monetina in bocca al Porcellino dopo averne strofinato il naso: se la monetina cadendo oltrepassa la grata dove cade l’acqua porterà fortuna, altrimenti no.
In realtà l’inclinazione è tale che solo le monete più pesanti cadano facilmente nelle fessure.
I proventi della raccolta delle monete dalla fontana sono interamente devoluti all’Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa.
Quindi, il porcellino, porta davvero fortuna? Non ti resta che scoprirlo. Vai a sfregare il suo naso e credici intensamente. Chissà magari, la fortuna che ha baciato migliaia di mani toccherà pure a te.
PARCHEGGIO
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