Il ponte vecchio, uno dei più antichi di Firenze, rimasto deserto per mesi adesso è pronto a vivere di nuovo una tipica giornata fiorentina. Passi, emozioni, amore, passione, cultura tutto accompagnato da una vista mozzafiato sul fiume Arno incorniciato dalle luci della città.
IL PRIMO PONTE
Il primo attraversamento sull’Arno doveva trovarsi leggermente più a monte dell’odierno ponte, sulla prosecuzione del cardo maximo delle attuali via Roma-via Calimala. Doveva risalire a poco dopo la fondazione della città, ovvero alla metà del I secolo a.C., e avere un andamento obliquo rispetto alla corrente, per meglio sostenere la spinta delle piene. Per le poco documentazioni presenti è difficile ipotizzare quanti ponti siano stati travolti dalle frequenti inondazioni dell’Arno e quanti ricostruiti.
LINEA DEL TEMPO
- Il primo ponte nell’attuale posizione fu ricostruito dopo un crollo nel 1177. Studi novecenteschi dimostrano che poggiava su residui più antichi, come travi in rovere della seconda metà del X secolo.
- Danneggiato nel 1222 e nel 1322, fu spazzato via dall’alluvione del 1333, una delle più violente che si ricordino. Dopo la costruzione dei “lungarni“, il ponte venne ricostruito, a tre valichi, nel 1345 ed è considerato opera di Taddeo Gaddi (secondo il Vasari) o di Neri di Fioravante.
- Dal 1442 il ponte divenne il mercato della carne. Spinti dall’autorità cittadina i beccai (macellai) furono obbligati a riunirsi nelle botteghe sul Ponte Vecchio così da allontanarsi dai palazzi aristocratici. Tutto questo fu fatto per salvaguardare la pulizia e il decoro che venivano ignorate a cause delle maleodoranti tracce lasciate dai barrocini dei beccai, che durante il trasporto verso le rive dell’Arno, perdevano piccoli pezzi lungo le vie. I beccai divennero i proprietari delle botteghe e, per ottenere più spazio, aggiunsero in modo disordinato delle stanzette aggettanti sul fiume puntellandole con pali di legno.
- Nel 1565 l’architetto Giorgio Vasari costruì per Cosimo I il “corridoio vasariano“, con lo scopo di mettere in comunicazione il centro politico e amministrativo a Palazzo Vecchio con la dimora privata dei Medici, Palazzo Pitti. Il corridoio sopraelevato, lungo circa un chilometro e costruito in soli cinque mesi, parte da Palazzo Vecchio, passa sopra le botteghe del lato est (sinistro) del ponte. Da lì le botteghe dei macellai furono poi occupate da orafi e gioiellieri per ordine di Ferdinando I nel 1593 che mal gradiva un commercio poco nobile e con odori sgradevoli sotto le finestre del corridoio sospeso.
- Ponte Vecchio fu visitato da Hitler, Mussolini e le gerarchie naziste e fasciste in occasione del viaggio del Führer in Italia del maggio 1938. A seguito della ritirata delle truppe tedesche, questo fu l’unico ponte di Firenze che non venne fatto saltare dai tedeschi nel corso della seconda guerra mondiale. Fu possibile grazie alla collaborazione di orafi che sabotarono gli ordigni tagliandone i fili.
La notte tra il 3 e il 4 agosto del 1944, Burgassi (chiamato da tutti Burgasso) aiutante degli orafi lasciato libero di circolare in quanto i tedeschi pensavano non capisse niente, vecchio e menomato fisicamente ma dalla mente lucida, assistette alla posa delle mine. Avendo visto tutto, sapeva dove erano gli allacciamenti delle mine e riuscì a disinnescarle. Il Corridoio Vasariano nei convulsi giorni della liberazione rimase l’unico modo di spostarsi fra nord e sud della città.
Oggi il ponte è una delle principali mete di turisti e abitanti. Conosciuto in tutto il mondo e testimone di proposte di matrimonio, dichiarazioni, passeggiate tra amici e shopping in botteghe storiche e moderne.
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